Giurisprudenza - Varia |
Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, ord. Pres. (Pres. Mariuzzo) n. 475 del 29 dicembre 2000, sulle le limitazioni alla quantità di energia importabile imposte dall'Autorità per l'energia elettrica ed il gas REPUBBLICA ITALIANA
Rilevato: che sussistono i presupposti della gravità e dell’urgenza previsti dall’art. 21, 9° comma della L. 6.12.1971, n. 1034, così come novellato dall’art. 3 della L. 21.7.2000, n. 205, connessi al fatto che il calendario della Sezione non consente il tempestivo esame della domanda incidentale avanzata contestualmente all’atto introduttivo del giudizio; che l’urgenza della richiesta pronuncia, che è dimostrata dal fatto che le limitazioni alla quantità di energia importabile dall’estero avranno effetto dall’1.1.2001, interdice il contraddittorio con la resistente Autorità, con il Gestore della Rete di Trasmissione nazionale S.p.A., nonché con l’Enel ed impone una statuizione inaudita altera parte; Ritenuto: che il ricorso pare assistito dal fumus boni iuris, poiché le limitazioni dettate in danno della deducente per il trasporto sulla rete nazionale, previa importazione dalla Svizzera e dalla Francia, dell’energia elettrica alla stessa occorrente ed acquistata per il funzionamento dei propri stabilimenti industriali, sembrano strettamente correlate all’esigenza di garantire la totalità delle identiche importazioni di energia da parte dell’Enel sulla scorta di contratti stipulati in vigenza del preesistente monopolio; che detta statuizione, che trarrebbe fonte da provvedimento non prodotto in giudizio ed adottato sulla base della delibera 6.12.2000, n. 219 dell’Autorità, pare viziata da eccesso di potere per i profili denunciati, oltre che per violazione del principio di non discriminazione fra gli utenti della rete di trasmissione nazionale; che l’ammissione della libertà di cessione a terzi delle bande acquisite mediante la relativa procedura avviata dal Gestore pare illegittima in relazione alla potenziale lievitazione dei costi di trasporto dell’energia, indotta da scambi commerciali inevitabilmente speculativi avviati da soggetti intermediari, epperò in contrasto con le finalità di trasparenza, di parità di trattamento e di contenimento dei prezzi, che dovrebbero informare il servizio pubblico del settore; che si configurano, infine, ferma restando la necessità di un adeguato approfondimento della vicenda nel contraddittorio delle parti ed a provvedimenti impugnati prodotti in giudizio, gli estremi di un grave pregiudizio per la ricorrente, integrato dall’impossibilità di poter ritirare con la decorrenza sopra indicata i quantitativi di energia di cui ai contratti già stipulati; Milano, 29.12.2000 Il Presidente |
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