Il Giudice, 
- rilevato che, per consolidata giurisprudenza, l’istanza di verificazione di cui all’art. 216 c.p.c., non richiede l’utilizzo di formule sacramentali, ed addirittura può essere desunta dal Giudice da un mero comportamento concludente (Cass. n. 4036/1995, Cass. n. 143/1985 e Cass. n. 4651/1979); 
- ritenuto che, fin dalla comparsa di risposta, la Banca Nazionale del Lavoro ha chiarito che, pur a seguito del disconoscimento operato da controparte, “intende avvalersi dell’atto di fidejussione posto a fondamento dell’affidamento” ed ha chiesto “che vengano effettuati gli accertamenti di legge sull’atto stesso”; 
- considerato che, pertanto, risulta evidente la volontà di parte convenuta di richiedere la verificazione della scrittura privata posta a fondamento del decreto ingiuntivo, e che al fine di porre in essere tale verificazione è necessario procedere a CTU;
- considerato poi che, in attesa delle risultanze della CTU, appare opportuno sospendere la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo opposto, integrando il disconoscimento della scrittura i “gravi motivi” di cui all’art. 649 c.p.c.; 
- osservato infine che le altre istanze istruttorie richieste da parte convenuta e relative a prove testimoniali sono irrilevanti ai fini della decisione;